A Bormio i giovani eleggono ‘fra i celibi impenitenti’ un capo che diriga i divertimenti collettivi nelle circostanze carnevalesche, delle serre nuziali, eccetera: il Capitano della Gioventu’.
Un tempo questa costumanza era molto piu’ sentita in paese.
La Gioventu’ organizzava mascherate o cavalcate, nel giovedi’ grasso, qualche volta alludenti a fatti storici o satireggianti qualche personaggio o fenomeno sociale, discordie tra coniugi, liti ridicole, pettegolezzi femminili.
Ancora viva nella memoria fu la ‘ricerca del tesoro’, satira di una vera esaltazione collettiva di un curioso episodio avvenuto nel 1862 dove una giovane quindicenne che si diceva in relazione cogli spiriti indico’ sotto la piccola chiesa di S.Francesco il luogo ove si trovava un immenso tesoro.
La Gioventu’ di Bormio e il suo Capitano erano il cuore del Carnevale.
Questa usanza sta riprendendo lentamente vita, assieme alla ironia ed alla satira che la permeava.