Il Sacerdote Carlo Santelli occupandosi di scuola affermava: "La comunità, se non rendea obbligatoria l’istruzione popolare, stipendiava però maestri, incaricati d’insegnare a leggere e scrivere, e far di conto, a chi lo desiderasse; e dai documenti antichi risulta che non mancavano gi alunni. Nel 1523 ai 19 novembre fu rogato da Antonio Fogliani contratto per cinque anni fra la Comunità di Bormio e il maestro Girolamo De Prandi di Novara per la qual cosa fu pattuito un salario di 160 lire annue oltre la casa ammobiliata. Gli scolari erano pure obbligati a contribuire un soldo e mezzo al mese quelli della tavola (sillabario), soldi tre legentibus donatum, quattro existentibus in primo latino e sei existentibus in latinis maioribus. Chi poi fornito di censo e di titoli desiderava abbracciare una professione, si recava a continuare gli studi fuori patria, in Germania, nella Repubblica di Venezia, nel Milanese, a Padova, a Roma, a seconda delle condizioni politiche e religiose dei tempi o della convenienza personale Giasone Fogliani che ebbe gran parte nelle vicende della sollevazione del 1620 fece sapere che studiò medicina a Padova, dopo aver fatto i corsi a Inspruchî mentre suo figlio Francesco si recò a "Ingolstadt", a Parma e di seguito a Bologna.
Enunciando i fatti del 1603, ancora segnalava: "l’arciprete di Bormio Giovanni Antonio Casolari, rinunciando al beneficio, entrò nella Compagnia di Gesù e concepì il desiderio di stabilire in Bormio un Collegio nel 1611.
La nobildonna Caterina degli Alberti vedova Foppoli, con atto notarile 10 maggio faceva libera e irrevocabile donazione della sua casa, orti, torre, ed una rendita di lire 500 annue alla Comunit à di Bormio coll’obbligo di sostenere i Padri della Compagnia di Gesù affinchè si fossero occupati della scuola. E riferendosi allo studio dei registri scolastici del XIX sec. ancora puntualizzava "come le scuole fossero distinte in: grammatica infima, grammatica superiore, grammatica latina, retorica, umanità e filosofia, con frequentazione di un buon numero di scolari di Bormio e delle Valli, ed anche del Terziere Superiore della Valtellinaî e come nel 1921, quando la popolazione raggiungeva quasi le 10.000 unità rispetto alle 4890 del 1808, "esistessero in loco quali possibilità scolastiche: il Ginnasio mandamentale, la Regia Scuola professionale, i cinque corsi elementari, il Giardino d’infanzia, l’Avviamento al lavoro del legno, l’Avviamento del ricamo della seta per le giovinette e il Corso di taglio e cucito per le contadine.
Appunti storici in Contea di Bormioî fascicolo VI – Sac. Carlo Santelli – 1925 – pag. 19 (redatti seguendo le indicazioni del Bardea, "Memorie….î parte I pag. 211-213) (A.C.B.)