Turbolenze naturali

Tutti i luoghi di montagna sono grati alla purezza delle proprie acque e allo stesso tempo le temono quando, amplificando la loro forza, lasciano il letto dei fiumi seminando disagi e devastazione.

I periodi alluvionali di maggior intensità che colpirono Bormio sono annotati su documenti del: 1503, 1517, 1566, 1581, novembre 1587, luglio 1591, inverno 1592/93, luglio 1663, aprile/luglio e agosto 1720, settembre 1772, agosto 1834, agosto e novembre 1911, settembre e novembre 1927 e dell’ancor non dimenticato l987. Certamente altri anni, come l’inverno del 1490, l’ottobre 1497, la primavera del 1509, l’aprile 1554, il luglio 1616, il marzo 1634, il giugno del 1707, il settembre 1787, il 1907, il 1934, l’autunno 1945, il giugno 1948 e molti ancora, pur avendo assistito a fenomeni alluvionali meno violenti, hanno lasciato nella comunità vuoti economici e sentimentali.
Per quanto riguarda invece gli smottamenti non si può dimenticare la frana di Campello che già faceva parlare di sÈ il 13.05.1494, rovinava i coltivi nel maggio 1496 e coinvolgeva le forze pubbliche per il ripristino della fontana di Buglio nel luglio 1511.
A tale proposito è necessario ricordare come nel 1995, conducendo lavori di manutenzione straordinaria alla fognatura comunale, siano state rinvenute le fondamenta in sasso di case precedenti le attuali del XV – XVI secolo.

Proprio di quest’ultimo periodo era infatti il maggior timore per l’instabilità del terreno, tanto che il Consiglio ordinario propose di piantumare la Reit con castagni e viti nel maggio 1557, preannunciando malauguratamente le sciagure che colpirono gli edifici della piazza di Bormio (compreso il cimitero che allora stazionava in tal luogo) nel luglio 1561, nel 1591, più tardi nel 1615 e ancora nel 1618.

Punti di particolare friabilità del suolo risultarono ripetutamente essere la Val Fin a sud del Contado, la "Pisa" in Valfurva, la Val d’Uzza, le Scale di Fraele, i Bagni e l’ Alpe Trela che nel 1729 radunò i Vicini di Trepalle per convincere il Consiglio a "tensare", ovvero impedire il taglio dei alberi, nel bosco di "Brezzfort" situato nelle sue vicinanze, garantendosi in tal modo l’indennità da eventuali e possibili danni naturali.
1775 adi 25 marzo.

Congregati li domini Anziani d’uomini e deputati delle sette Vicinanze dell’Honorata Valle di Cipina, loco e more solito, per fare li conti di quanto è seguito di spese nella riedificazione del ponte di Cipina stato demolito e distrutto sino da fondamenti dalla spaventosa e terribile inondazione seguita li 17 e 18 settembre 1772, come anche per rinovazione delle strade affatto distrutte e rovinate la massima parte, principiando da Fumarogo sino a Valfin sul confine, e altresÏ per la riedificazione del ponte detto delle Mantavole.
Libro di Valle per Cepinaî n 1759 (A.C.B.)